UN  PATTO   PER  LA  LIBERTA’   

                                                 Premesse  per  un  Patto   

Questo inizio di millennio si apre con una minaccia per la Libertà che é forse la più profonda che si sia mai vista da quando tramandiamo la nostra storia, perché non derivante più solo da concezioni totalitarie, da volontà di dominio o da cedimento al servilismo, ma da una nuova e radicale strapotenza tecnica del potere e dal pericoloso avvicinarsi di limiti difficilmente valicabili per lo sviluppo sul nostro pianeta.  La necessità di una risposta ad un tempo articolata e generale, ad un problema di dimensioni così globali, é il fondamento del disegno di questo discorso sulla Liberta, una riflessione che vuole servire di base per la comprensione del fenomeno, ma anche per tentarne una soluzione. Per il mondo come per la nostra Italia .  ll Patto per Libertà  si propone così di unire, attorno ad alcuni punti nodali, tutti coloro che intendono  battersi  per  l’edificazione  di  una  società  liberale  e patriottica, contro ogni totalitarismo ed  ogni integralismo,  nel quadro  di uno  stato che sia di diritto e parte integrante di una Unione Europea che sia però davvero tale.  La liberazione  del  cittadino  dai vincoli di uno stato iperpervasivo, che trova negli strumenti tecnici i mezzi per un’irreggimentazione potenzialmente ben maggiore che in ogni  epoca  passata, é lo scopo del  Patto.  La difesa e la diffusione della proprietà privata come strumento  di  libertà e di autorealizzazione, i diritti civili come affermazione di cittadinanza, le garanzie di libertà per il cittadino incensurato verso una giustizia sempre più autoritaria, la condivisione e la difesa delle tradizioni di libertà occidentali e, al loro interno, dell’identità italiana, così come delle identità di tutti i popoli del mondo, sono i nostri valori di riferimento. La ripresa dello spirito della frontiera e dell’ottimismo nel cammino dell’uomo, che  ci porterà ad uscire dai confini del nostro pianeta per colonizzare lo Spazio vicino e proseguire nell’eterna avventura della vita, è la sola possibile soluzione globale e di libertà ed é la nostra visione del futuro, visione che proponiamo anzitutto alla Lega, partito di appartenenza di tanti di noi e di maggioranza relativa nella Nazione e poi a tutti i partiti del centro-destra Italiano, schieramento in cui ci riconosciamo. 

                                                                                   LA  DESTRA  LIBERALE  ITALIANA

                                    UN   PATTO   PER   LA     LIBERTA’                           

                                             100  punti per cambiare l’Italia

POLITICA COSTITUZIONALE  E  DELLO STATO

1)   Riconoscimento del valore infinito come unico valore che si può dare alla persona e dunque dei suoi diritti inviolabili alla vita, alla libertà, alla famiglia, alla proprietà, all’istruzione, ai diritti politici, alla salute, alla ricerca della felicità e alla resistenza all’oppressione . 

2)   Adozione del principio che La Costituzione deve essere revisionabile in ogni sua parte, tranne che per i diritti individuali, che sono naturali, inalienabili e preesistenti ad ogni costituzione. Ogni revisione della Costituzione può avvenire solo se, al termine dell’iter parlamentare (a maggioranza assoluta e a doppia lettura in ogni camera), é approvata con referendum confermativo.

3)  Salvaguardia particolare dei principi generali di ordinamento dello Stato e della forma istituzionale, per la revisione dei quali é necessario un doppio voto parlamentare a maggioranza qualificata del 60% a distanza di tre mesi, oltre a un referendum confermativo. 

4)   Scelta di un sistema di governo che restituisca autorità e stabilità, ma con contrappesi di sicurezza. Un cancellierato elettivo, con un capo dello  stato, nominato dal parlamento, di garanzia.  Il cancelliere dovrà avere diretta investitura popolare, restare in carica per l’intera durata di una legislatura di cinque anni, ma non per una durata complessiva superiore a due mandati (dieci anni al massimo, se consecutivi). L’elezione popolare diretta del Capo dell’Esecutivo, deve lasciarlo comunque responsabile della formazione e dell’azione di governo, non solo di fronte alla nazione, ma anche al Parlamento. 

5)   Difesa delle prerogative parlamentari di indirizzo e di controllo, con piena libertà di voto e senza vincolo di mandato per i parlamentari, di fronte ad un cancelliere comunque stabile perché con mandato diretto. Il Parlamento potrà, in entrambi i rami e a distanza di almeno due settimane, votare la sfiducia al Governo, provocandone la caduta, ma in tal caso si procederà a nuove elezioni generali,  tanto  del Capo dell’Esecutivo che  del  Parlamento stesso.  Il Parlamento potrà poi votare la sfiducia ad un singolo ministro, sino a un massimo di un terzo dei componenti l’esecutivo, senza che questo implichi la caduta del Governo.

6)   Applicazione del principio di sussidiarietà, per cui lo stato procederà a una vasta dismissione di attività che possano venire affidate ai privati, restando la possibilità per lo stato di intervenire laddove vi sia carenza o indisponibilità dell’iniziativa privata. 

7)    Attuazione regionale del principio di sussidiarietà, per cui le regioni oltre a non dover essere un’inutile duplicazione dello Stato centrale, devono procedere ad un decentramento. Parte delle loro funzioni e competenze devono passare ai Comuni e alle Province, vere cellule di base dell’ordinamento statale. Impossibilità di accorpamento tra regioni e reintroduzione della figura del segretario comunale, indipendente dal municipio, che vigili sulla compatibilità delle ordinanze locali coi diritti del cittadino.

8)   Introduzione nella  Costituzione  del  ” principio di massima libertà ” che  imponga sempre, nel legiferare, il rispetto delle libertà individuali. Ogni legge, regolamento, circolare  o quant’altro abbia forza di legge (ad ogni livello di pubblici poteri) che contempli un divieto o un obbligo, dovrà essere accompagnato da una relazione dimostrativa del fatto che, nel perseguire il fine voluto, si si é cercato di farlo garantendo il massimo di libertà personale possibile. Su richiesta di 500.000 cittadini, o di un quarto di un ramo del Parlamento, potrà essere presentato ricorso alla corte costituzionale, per esaminare la compatibilità del provvedimento col principio di massima libertà. in caso di pronuncia contraria, il parlamento (e solo esso, anche per leggi locali) potrà reiterare la legge, che in tal caso però dovra’ essere sottoposta a referendum confirmativo.

9)  Regolamentazione del finanziamento alla politica, facendo divieto di finanziamento statale ai partiti, in quanto associazioni di natura privatistica, ma lasciando libero il finanziamento privato, anche introducendo la possibilita’ di finanziamento, su base volontaria e detraibile dalle tasse, attraverso l’indicazione dei gruppi parlamentari di un partito (che ne saranno unici gestori) nella dichiarazione dei redditi . 

10)    Adozione di una legge elettorale con coincidenza piena (uno a uno) tra i parlamentari e i collegi elettorali, articolata in due turni, di cui il primo selezioni le due liste più votate e al loro interno il candidato (con voto di preferenza unico) e il secondo sia di ballottaggio uninominale (puro e senza recupero proporzionale) tra i due soli partiti più votati presentanti ognuno il loro candidato più votato, per assicurare la presenza di tutte le componenti politiche al primo turno e la scelta democratica dei loro uomini, ma l’elezione dei soli candidati voluti dalla reale maggioranza al secondo ( senza che due candidati di simile orientamento, ma divisi, soccombano di fronte ad uno avverso pur minoritario) con possibilità di candidarsi anche come indipendenti dai partiti rappresentati in Parlamento, con presentazione di un numero di firme corrispondenti al sette per cento del corpo elettorale locale. In caso di dimissioni o scomparsa di un parlamentare, gli deve succedere il secondo più votato della sua lista al primo turno. Elezione diretta e contemporanea col parlamento, del cancelliere, sempre a doppio turno con solo i primi due al ballottaggio, sistema che rispetta una democrazia pluralista e favorisce la selezione del  miglior candidato, insieme alla stabilità ed autorevolezza di un cancelliere eletto direttamente dal popolo . 

11)   Riparlamentarizzazione della vita politica Italiana, anche attraverso la regola che la rappresentanza politica e legale verso l’esterno, di un partito presente in Parlamento, sia esercitabile solo da uno dei due capigruppo parlamentari  di Camera o Senato.  Il massimo esponente di un partito politico dovrà perciò essere contemporaneamente capogruppo parlamentare. Non deve esservi limitazione di numero per la costituzione di un gruppo, ma solo i gruppi con almeno quindici deputati o otto senatori, potranno rappresentarsi autonomamente alla conferenza dei capigruppo e negli altri organi collegiali.

12)  Snellimento delle procedure parlamentari, attraverso la modifica del bicameralismo.  Per l’approvazione di una legge ordinaria, esclusi dunque i trattati internazionali, le leggi costituzionali, quelle tributarie, di difesa nazionale e la legge finanziaria, deve bastare l’approvazione di una solo ramo del Parlamento, a meno che l’altro ramo non ne faccia esplicita richiesta per volontà di un terzo dei suoi componenti. Ogni parlamentare ha diritto a un tempo minimo di intervento annuale, al di fuori delle attribuzioni dei gruppi, da utilizzare a sua discrezione e di ottenere sempre una votazione deliberante su almeno un disegno di legge personale per legislatura, se appoggiato da dieci firme di colleghi parlamentari.

13)  Definizione di una via canonica di approvazione delle leggi ordinarie attraverso le Commissioni parlamentari. Il ricorso all’Aula si deve avere per le leggi di rilevanza generale o su richiesta di un terzo dei componenti la Commissione deputata alla approvazione, oppure di un quarto di tutti i parlamentari di quella Camera.

14)  Ridefinizione dell’istituto referendario, con l’ammissione delle due forme abrogativa e propositiva (con un quorum del 33% degli aventi diritto) per le leggi ordinarie, su richiesta di almeno cinquecentomila cittadini, di venti Consigli Provinciali o di cinque Consigli Regionali. Non possono essere sottoposti a referendum, nella stessa tornata, più di cinque argomenti contemporaneamente, sia tra loro connessi che differenziati e devono trascorrere almeno due anni tra tornate referendarie; non possono essere ammessi a referendum, d’iniziativa popolare o consigliare, i quesiti attinenti alla Costituzione o a Trattati internazionali. Richiesta di introduzione nella U.E. del referendum Europeo.

15)   Ammissibilità in via generale, oltre ai modi già previsti, del ricorso alla Corte Costituzionale contro una singola legge, se proposto da venti o più Consigli Provinciali,  da cinque o più Consigli Regionali o da cinquecentomila cittadini.

16)   Ammissibilità della discontinuità settoriale dello stato, volta alla riduzione di un ordine di grandezza del numero di leggi e regolamenti, grazie alla presentazione di testi unici  abbrogativi di tutte le norme preesistenti in un dato campo.

17)   Ricordando Luigi Farini “voi dovete lasciare alla libertà tutta la sua applicazione, voi potete far leggi per reprimere non per prevenire”, reintroduzione, laddove possibile, nel costume e nelle leggi, del principio “reprimere, non prevenire” tipico delle democrazie, essendo la prevenzione tipica delle dittature che distruggono “preventivamente” le civili libertà, non credendo né alla maturità, né alla libertà dei cittadini. 

18)   Ridefinizione logica dei concetti di pubblico e privato, col riconoscimento che quando vi é un diritto di carattere generale valido per tutti ( come alla mobilità o alla proprietà) quello e’ un vero diritto pubblico, cioé di tutti e per tutti, mentre al contrario, se si ammette, ad esempio, la discrezionalità di una autorità nel concedere un passaporto o procedere ad un esproprio, quella é al contrario una privativa, perché sottopone all’arbitrio di un’autorità o di un gruppo di autorità, un diritto che prima era generale, cioé veramente pubblico.

19)    Riconoscimento che l’inversione dei significati  tra pubblico e privato (i diritti privati sono in realtà i soli diritti veramente di tutti ) é stata foriera dei maggiori disastri del novecento ed insieme la causa della fittizia diversificazione tra stato e governo.  Occorre puntualizzare l’artificiosità di tale ideologica distinzione ( fabbrica di molte dittature) ammettendo la larga coincidenza tra stato e governo, riconoscendo cioé che non esiste veramente un ente (lo Stato) rappresentante tutti noi, ma semplicemente una struttura (dal governo nazionale, ai locali) certamente necessaria, ma inevitabilmente personale e che va il più possibile limitata, perchè comunque tendenzialmente autoritaria. Pago le tasse al governo, usano dire gli americani e anche in questo sta una radice della loro libertà.

DIRITTI  DI  LIBERTA’

20)    Difesa e diffusione dei diritti di libertà e di proprietà.  La Nazione, derivando dall’unione di tutti i cittadini, deve far proprio il principio di massima libertà per ognuno di essi e lo stato deve perseguire fini sociali attraverso il principio di sussidiarietà, che vuole che nessuna impresa venga svolta o decisione presa, da un livello superiore se ciò può essere fatto ad un livello inferiore. L’attività e la proprietà privata hanno valore innato e vanno tutelate nei confronti di ogni ingiustificabile ingerenza dei livelli comunitari. 

21)  Difesa della libertà di ogni forma di manifestazione del pensiero e di propaganda, con ogni mezzo e su qualunque argomento. L’apologia di reato è tale solo se si configura come propaganda, non di idee o finalità particolari (qualunque esse siano) ma di mezzi, comportamenti o obbiettivi di coercizione e violenza. 

22)  Tutela piena della proprietà privata come diritto primario di libertà e realizzazione della persona e conseguente abolizione dei limiti al suo godimento, come la facoltà di esproprio da parte di comuni o regioni. Tale facoltà, da considerare come eccezionale, sarà esercitabile solo dal governo in casi espressamente definiti dal parlamento o su richiesta dei poteri locali. Divieto di pignoramento pubblico di qualsiasi bene, prima di pronuncia dell’autorità giudiziaria con decisione, appellabile, del tribunale. Tutela reale della privacy nei confronti dello stato, ristabilimento del segreto bancario, non validità e divieto di sollecitazione dallo stato di denunce anonime.

23)   Tutela del pieno diritto dei Proprietari di modificare struttura e destinazione d’uso della proprietà immobiliari, senza alcuna necessità di autorizzazione da parte dei comuni o altri enti locali, salvo l’obbligo di realizzazioni sotto la direzione di tecnici abilitati e di comunicazione delle planimetrie al catasto. La richiesta di autorizzazione é necessaria solo per le facciate dei centri storici e di immobili sottoposti a motivato (ma opponibile) vincolo di interesse nazionale. Il “vincolismo selvaggio”, cresciuto enormemente a partire dal 1942, ha reso più brutte e meno vivibili le nostre città e le nostre campagne e strozza l’economia.

24)    Individuazione di un limite minimo di edificabilità per superfice da considerarsi libero e garantito e dunque non bisognoso di alcuna autorizzazione, che si può indicare in 50 mq (100 se per prima o seconda casa) per ettaro, restando la necessità di autorizzazione per ogni edificabilità superiore e per i parchi nazionali e i centri urbani.  Il rifiuto di edificabilità, poi, anche per le aree protette, dovrà però essere motivato e opponibile.

25)    Riconoscimento della validità generale dei contratti di natura privatistica tra liberi soggetti adulti e consenzienti o tra persone giuridiche, con conseguente impossibilità dello stato di intervenire a modificarle, salva restando la tutela da ogni circonvenzione.

26)   Difesa della libertà d’informazione dal controllo statale, con trasformazione delle concessioni in piena proprietà delle frequenze e privatizzazione del cartello pubblico televisivo o, in alternativa, mantenimento dell’ente pubblico senza pubblicità e senza canone, ma con contributo statale, per trasmissioni politiche, storiche, culturali non puramente commerciali . Difesa del pluralismo, pur nel quadro di concorrenza tra colossi europei, con divieto per ogni soggetto, pubblico o privato, di detenere in Italia il controllo di più del 20 % dell’intera informazione teletrasmessa, oppure del 25% dell’informazione stampata  o telematica o ancora del 15% del totale delle tre. 

POLITICA SOCIALE E DELLA SOCIETA’

27)    Riconoscimento della necessità di una società forte,”organica”, a presidio delle civili libertà, una società che, preesistente allo stato, regoli i rapporti tra persone con una rete di rapporti giuridici e consuetudini private, tali da garantire un’armonia sociale non continuamente bisognosa dell’autoritarismo statale.

28)   Costruzione di un patto politico che leghi in unico schieramento tutti i partiti e i movimenti di centro-destra che si riconoscono nelle idee liberali, nel sentimento nazionale, nella tradizione cristiana e nella prospettiva europea, senza pregiudizio della loro identità.

29)   Proposizione di un patto politico volontario di stabilità democratica tra le principali forze antagoniste, di non utilizzare negli accordi elettorali le forze che, per loro scelta, si pongano in posizione antagonista nei confronti degli ideali di libertà, democrazia e di unità nazionale.

30)   Introduzione nel costume e nelle leggi del principio,del “diritto dei cittadini alla differenza “, storica, religiosa, comportamentale, economica, come antidoto a quella tendenza egualizzante responsabile dall’asservimento e dagli eccidi di massa, fino alla standardizzazione, all’appiattimento del gusto ed alla compressione dei diritti individuali.

31)    Integrazione, nella prassi politica, del valore di eguaglianza, con quelli di dignità e di possibilità, con l’assunzione che ogni persona debba avere assicurati solo il diritto ad una soglia di  esistenza dignitosa  e  la possibilità di crescere secondo i suoi desideri e capacità.

32)   Adozione   di  politiche   sociali   basate   anzitutto   sulla  diffusione   della   proprietà e adozione  di   una  politica  specifica  di  forti  aiuti  per  l’acquisto   della  prima  casa. 

33)  Controllo e frammentazione dei poteri dei monopoli e degli oligopoli, nazionali e internazionali, quando tendono a divenire cartelli condizionanti delle libere scelte dei cittadini, anche e soprattutto nel campo dell’informatica distribuita via internet.

34)  Attuazione di una politica  di  finanziamenti agevolati e di defiscalizzazione, per              l’ avvio di piccole imprese e per la diffusione del lavoro autonomo.  liberalizzazione delle conduzioni agricole. Attuazione di una politica di defiscalizzazione per l’azionariato popolare.

35)  Introduzione, nella valutazione nelle decisioni, del criterio dei due sensi, dei costi e benefici a decidere una cosa o il suo contrario. Cosa può costare, ad esempio, in vite umane il bloccare i movimenti, dunque l’economia, per provare ad arginare il coronavirus. 

36)  Eliminazione delle discriminazioni verso il sindacalismo autonomo e fine di ogni automatismo privilegiato,  come le trattenute sindacali in busta paga .

37)  Assicurazione della libertà di cura e di studio, tramite la possibilità di godere di medicina  e di scuola gratuite , anche al di fuori delle strutture statali in istituzioni convenzionate.

38)  Definizione precisa del concetto di “danno statistico”, ovvero del danno che può essere probabilisticamente inflitto ad altri, come concetto che può assumere rilevanza giuridica solo ed esclusivamente se in unione col concetto di “soglia” di danno, soglia che non deve mai poter essere così assurdamente bassa da condurre al divieto potenziale di tutto per tutti. 

POLITICA ESTERA, EUROPEA E DELLA DIFESA

39)  Adozione della “Déclaration des droits de l’ homme et du citoyen” del 1789, come corpo di valori  perenni e universali, di riferimento storico, politico e morale, da porre in testa ad una futura Costituzione Europea.   

40)  Riconoscimento di priorità alla costruzione di un’unione federale europea a dimensione politica, intesa come futura patria di tutti i cittadini del vecchio continente, posti su di un piano di reale parità indipendente dalla loro nazione.  Integrazione militare tra le forze armate dell’Unione Europea estesa nel tempo anche alla dimensione nucleare. Limitazione costituzionale al diritto dei governi al ricorso alla guerra.

41)   Proposta di concreta realizzazione, all’interno della UE, di un bicameralismo basato su una Camera dei Cittadini eletta a suffragio universale (coincidente con l’attuale Parlamento Europeo) e di una Camera degli Stati composta dai rappresentanti dei Governi e dei parlamenti nazionali (che assuma il ruolo di tutela degli stati oggi del Consiglio dei Ministri) con attribuzione alla Commissione Europea dello status formale di Commissione “Esecutiva” Europea. In seguito, un programma in dieci anni per la reale unione politica.

42)  Ridefinizione dei compiti dell’Unione Europea e della sua commissione esecutiva, con il raggiungimento di una vera dimensione politica e, di contro, una modifica dell’attitudine socialista ad uniformare burocraticamente tutto e tutti.

43)  Riproposizione dei principi liberali di governo della cosa pubblica, nella edificazione di un’Europa Federazione, ma di tutti e soli i popoli che storicamente e geograficamente ne facciano parte, senza inclusioni esterne e destabilizzanti.      

44)   Sviluppo dell’ iniziativa europea nella conquista dello Spazio. Unione degli sforzi per sviluppare, a livello europeo, un motore spaziale in grado di superare gli attuali razzi a combustibile chimico ed aprire la strada alla colonizzazione dello Spazio vicino. Rivitalizzazione dell’Euratom , nuovo impulso alla fusione nucleare ed allo studio di reattori intrinsecamente sicuri ed autofertilizzanti al piombo.

45)  Adozione di una politica comune Europea, con divisione di quote e di compiti, sulla immigrazione   extracomunitaria, che scoraggi l’accoglienza di cittadini di stati con densità di popolazione inferiore a quella media della U.E. e di tutti coloro entrati clandestinamente. Politica di libero movimento con i paesi dell’est europeo non ancora comunitario, Russia inclusa,  ma contrattato , con la concessione di garanzie ( su proprieta’ ed investimenti ) per gli europei occidentali che invece vadano a vivere ed operare ad Est .

46)  Proposizione di una politica dello sviluppo e dei movimenti migratori, concordata internazionalmente, che stabilisca il principio generale di scoraggiamento dei flussi migratori di massa da paesi poveri, ma poco popolati, in direzione di nazioni occidentali con alta densità di popolazione e favorisca la concessione di forti aiuti e l’insediamento di nuclei di tecnici ed imprenditori occidentali in questi paesi,  potenzialmente dotati, per favorirne lo sviluppo. Per i paesi invece strutturalmente sfavoriti (che contemporaneamente al sottosviluppo, presentano anche assenza di materie prime ed alta densita’ di popolazione) lo sforzo di doverosa accoglienza di immigrati, deve al contrario essere reale e legale, oltre che internazionalmente ripartito. 

47)  Difesa costituzionale della indipendenza nazionale. Il Governo ed il Parlamento potranno procedere a trattati internazionali che stipulino limitazioni significative della sovranità nazionale, senza referendum obbligatorio, solo in direzione dell’Unione Europea. L’Italia non deve mai essere posta nella condizione di trovarsi coinvolta in una guerra globale, praticamente a sua insaputa, in virtù di automatismi o per la presenza di armi altrui di distruzione di massa sul territorio nazionale.

48)  Realizzazione di forze armate di professionisti, motivati e specializzati.  Iscrizione di ogni cittadino in età di leva, che lo accetti, in una guardia nazionale, mobilitabile solo in caso di necessità, con gradi e funzioni preassegnate, secondo esperienza e grado di istruzione .

49)  Aumento degli stanziamenti per la difesa fino al valore percentuale medio delle potenze occidentali.

50) Recupero simbolico della tradizione civile e militare italiana, con ritorno alla piena celebrazione nazionale del 4 Novembre e della data della fondazione del Regno d’Italia.

51)  Riequilibrio del rapporto di forza militare con gli alleati americani, con una politica di rafforzamento militare, convenzionale e strategico, europeo. Realizzazione di una politica di maggiore integrazione Europea degli armamenti, con standard comuni e consorzi europei di realizzazione delle armi. 

52)    Richiesta di riorganizzazione della Nato attorno a due soli soggetti  : Europa ed America (comprensiva dell’america Latina) e  proposizione di clausole di salvaguardia e di associazione alla Russia.

53) Realizzazione di una politica della “difesa distribuita”, attraverso l’incentivazione della attitudine dei privati alla creazione e mantenimento di rifugi e scorte, per diminuire l’impatto di catastrofi e calamità , naturali o belliche, delle più svariate nature.

POLITICA ECONOMICA, FISCALE E DI BILANCIO

54)   Aiuto alla diffusione della proprietà privata, mobiliare e immobiliare, come principale strumento di politica sociale. Democratizzazione sindacale.

55)     Politica di intervento statale “con il mercato ” e non contro di esso, tramite un fondo di garanzia assicurativa, a copertura di una quota significativa dei prestiti bancari agli investimenti, per aumentare la disponibilità e la propensione delle banche a favorire lo sviluppo innovativo delle piccole, medie e grandi imprese.

56)  Incentivazione alla quotazione in borsa, creazione di fondi assicurativi di partecipazione in società non quotate, liberalizzazione dei fondi pensione.

57)  Introduzione di una clausola di reciprocità reale, che verifichi l’esistenza di convenzioni ed accordi internazionali, che escludano veramente ogni eventuale ostacolo ( o cavillo) legale all’acquisizione di società da parte di capitali italiani in un determinato paese,  per permettere la partecipazione azionaria di controllo o di riferimento in società italiane, da parte di società di quello stesso Paese.

58)  Detrazione fiscale delle spese di contenimento rischio delle reti complesse, sia reali che virtuali, sia energetiche che informatiche, attraverso vincoli di riserva e duplicazioni, volta a diminuire il pericolo di crisi generale dei sistemi distribuiti. La dipendenza sempre più spinta dalle connessioni in rete per ogni attività, è un rischio reale che va ridotto.

59)   Incentivazioni economiche e fiscali per le alte tecnologie, in particolare quelle spaziali, elettroniche, biochimiche e nucleari. Incentivazioni  per avere il massimo di autosufficienza in agricoltura e per l’accumulo di riserve di materie prime. Ripresa di costruzione di centrali nucleari di nuova generazione fino alla metà del fabbisogno nazionale, contro inquinamento,  dipendenza ed “effetto serra” . Politica di reali sgravi fiscali per la tutela ambientale realizzata da aziende e privati.

60)   Abbattimento del debito pubblico con privatizzazioni e alienazioni demaniali, anche attraverso il conferimento di azioni e beni reali in luogo di titoli di stato.

61)   Diminuzione obbligatoria dell’uno per cento annuo per la durata di dieci anni di ogni voce di  spesa del bilancio statale e degli Enti Locali in maniera assolutamente uniforme e indifferenziata, secondo il modello della legge  Gramm-Rudman  americana, a meno di politiche mirate, del Governo nazionale e di quelli locali, volte al conseguimento del medesimo risultato globale. Divieto di tassazione presuntiva o induttiva.

62)    Riduzione delle troppe voci di entrata tra tasse e imposte a non più di venti, entro il termine perentorio di cinque anni, con chiara ripartizione tra imposizione locale e nazionale. Introduzione della progressività in funzione non solo del reddito, ma anche dell’utilità sociale. 

63)   Adozione di una politica di riduzione della tassazione diretta, per arrivare ad una tassazione indiretta, progressiva col lusso, come fonte principale di entrata statale nei limiti delle imposizioni e dei vincoli dell’Unione Europea, ma con il tentativo di uniformare l’intera legislazione  europea a questo principio.  Principio che tien conto di come la tassazione diretta progressiva scoraggi dal guadagnare (e perciò produrre) di più  e dunque  propone in alternativa una fiscalità che (oltre ad essere più semplice e meno a rischio di elusione) favorisca, invece di deprimere, la produzione e il lavoro .

64)   Introduzione di un vincolo costituzionale (di efficacia dopo un periodo transitorio di sette anni) sul prelievo massimo che, a qualunque titolo, possa essere esrcitato sulla singola persona fisica o giuridica. La pressione tributaria e contributiva, comprensiva di imposte, tasse di ogni tipo e natura e comunque di ogni onere imposto al singolo cittadino, non deve potere, in nessun caso, superare il quaranta per cento del suo reddito.

65)   Proposizione di un condono fiscale generalizzato, al dieci per cento della richiesta iniziale, per tutti i ricorsi fiscali in atto, riconosciuti come in grande parte generati dal caos normativo. Dopo tale sanatoria, obbligo per lo Stato di dare una risposta definitiva entro tre anni, pena l’accoglimento automatico del ricorso.

66)   Disincentivazione della forma cooperativa con abolizione di ogni particolare eccessivo privilegio fiscale per le cooperative, introduzione degli identici benefici fiscali per COP, SRL o SPA di riconosciuta utilità sociale.

POLITICA  DELLA  GIUSTIZIA

67)  Divieto di interpretazione estensiva ed applicazione analogica delle norme penali e abolizione del carcere preventivo, con sola esclusione dei reati di omicidio (o tentato omicidio) volontario, sequestro di persona per estorsione e partecipazione organica a crimini di banda armata eversiva o criminale. Possibilità autonoma di indagine, su denuncia, anche dei corpi di polizia.

68)  Fine dell’unità della magistratura, separazione definitiva tra i due corpi dei Pubblici Ministeri e dei Magistrati giudicanti, onde assicurare l’imparzialità del giudice, con divieto permanente di passaggio da un corpo all’altro, se non con ordinario concorso.

69)   Introduzione del principio della responsabilità civile e penale, con fattispecie specifiche, ma secondo le regole che valgono per ogni cittadino, per i magistrati che pur senza dolo, ma per colpa semplice sbaglino.

70)  Creazione di una alta magistratura indipendente,  totalmente libera e staccata tanto da quella ordinaria che dal potere politico, con il solo ed esclusivo compito di indagare e giudicare, quando necessario, la magistratura ordinaria.

71)  Triplicazione del numero di magistrati ordinari (anche con l’immissione di professori ed avvocati cassazionisti) ed estensione dei poteri dei giudici di pace. Maggiore coordinamento europeo, anche a livello di commissione esecutiva, dei corpi di polizia di ogni stato.

72) Introduzione del principio di manifesta irragionevolezza. Deve essere possibile in casi eccezionali  per un magistrato ed una giuria , con l’accordo dei presidenti del tribunale e della competente corte d’appello, assolvere (solo ed esclusivamente assolvere) , anche senza seguire la lettera della legge, quando sia chiara la “manifesta irragionevolezza” di una condanna (la legge non può prevedere tutte le infinite situazioni  della vita reale) . L’assoluzione mediante tale procedura é automaticamente sottoposta al giudizio finale della cassazione .

73)  Superamento del puro positivismo giuridico ( principio corresponsabile delle tirannie totalitarie del secolo) per un giusnaturalismo che riconosca la preesistenza dei diritti di libertà rispetto alle leggi che li codificano. Ammissibilità in generale delle intercettazioni solo per i reati di terrorismo e di criminalità organizzata, con divieto di utilizzo differente.

74)   Adozione del principio di uguaglianza reale, di fronte alla legge. Uguaglianza che tenga cioé realmente conto non solo dei crimini commessi, ma anche delle benemerenze del cittadino giudicato, che non confonda cioé , a differenza di oggi, l’abituale reo con l’uomo abitualmente giusto o, peggio, con l’abituale benefattore, sanzionando tutti allo stesso modo. Rentroduzione della prescrizione -anche per reati  fiscali- da fissare in cinque anni . 

POLITICA  DELLA  RICERCA

75)   Elevazione in un quinquennio della spesa per ricerca e sviluppo dall’attuale 1,4 del PIL al  2,2  %  ( USA 2,8 – GER  2,9 –  GIAP 3,2 – FRAN  2,3 – UK  2,2 – UE 2,1) e riequilibrio della spesa pubblica in favore della ricerca fondamentale di base. Nel nostro paese, fino a quando mancherà lo strumento delle  fondazioni  con capitali deducibili dalle imposte ( come negli USA) , la ricerca fondamentale é quasi interamente affidata allo stato, poiche non é orientabile, né immediatamente produttiva, a differenza di quella applicata svolta prevalentemente dalle aziende. Per questo motivo occorre uno sforzo supplementare tenuto anche conto che presenta settori (astrofisica, biochimica e fisica subnucleare) di effettivo livello internazionale e che i paesi a noi  piu simili spendono in proporzione assai  di più . Particolare attenzione va data alla ricerca di base bio-medica.  

76)   Concentrazione sotto la competenza di un unico ministero  ( quello per l’università e la  ricerca ) di tutta la ricerca pubblica e creazione di un comitato nazionale per la ricerca, presieduto dal ministro , composto dai presidenti degli enti pubblici di ricerca, con il compito di determinare la politica generale del settore. Ristrutturazione di  tutti gli enti di ricerca in istituti nazionali di settore, snelli, aperti in entrata e uscita, all’universita’  ed autogovernati, secondo il modello di libertà di ricerca dell’INFN, garantendo così visione generale d’insieme e piena autonomia.

77)  Restaurazione della funzione dell’università, rendendo di nuovo centrale la figura del professore e reale l’autonomia, mantenendo l’attuale struttura  pubblica, ma favorendo la concorrenza tra atenei e il loro rapporto (anche consortile) con enti ed aziende private. Pianta organica variabile con chiamata libera ( su cattedre che possono anche nascere per liberalità  private) mantenendo a garanzia un concorso publico nazionale per titoli per una libera docenza ( o per la dirigenza di ricerca degli enti pubblici) reintrodotta come abilitazione indispensabile per la cattedra. introduzione dell’istituto della fondazione, stabilendo subito la piena detraibilità fiscale delle liberalità a favore tanto della creazione di università private, che delle ricerche universitarie o comunque scientifiche, pubbliche. Aumento degli organici dei ricercatori, nelle università e negli enti di ricerca.   Piena  libertà  di  ricerca  per i  docenti  ed abolizione del  Full Time, vero impoverimento dell’università, perché riduce i rapporti dell’università con il mondo produttivo e professionale.

78)  Incentivazione della ricerca applicata, richiesta dal mercato e realizzata dalle aziende, attraverso la leva fiscale, la collaborazione con le università, l’istituzione di un albo professionale dei fisici , il riconoscimento agli scopritori di parte significativa dei proventi dei brevetti, gli accordi europei di standard industriali e un fondo di assicurazione interbancaria, garantito dallo stato, per stimolare la propensione ai crediti per  l’innovazione.  Sviluppo di una politica di svincolo da licenze e brevetti esteri e incentivazione della prassi di brevettare, anche internazionalmente, procedimenti italiani, per aiutare il miglioramento della bilancia dei pagamenti tecnologici. Facilitazioni per una politica consortile tra enti, università ed industrie, snellimento procedurale per accedere ai fondi per la  ricerca applicata industriale.

79)    Ristrutturazione dell’impegno pubblico nel settore della ricerca e dell’alta tecnologia  a lungo termine. Poche imprese nazionali di altissima tecnologia (ad es.  reattori a sicurezza  intrinseca, un motore concepito per lo spazio e un  medio lanciatore spaziale nazionale )  con tutti i capitali e il tempo necessari per arrivare al risultato anche attraverso grandi  collaborazioni internazionali .

80)   Ristrutturazione  degli enti di ricerca e loro restituzione agli scienziati. Concentrare nell’ENEA le ricerche nel settore della tecnologia di base e dell’energia (come  reattori veloci a piombo, fusione nucleare, celle fotovoltaiche, generazione di idrogeno). Riconfigurarazione dell’Agenzia Spaziale, come reale ente nazionale di ricerca e sviluppo spaziale, continuando la collaborazione con industria e altri enti, ma con l’acquisizione di capacità interna di ricerca. Suddivisione del CNR in coerenti istituti nazionali di ricerca di settore e collocazione di tutti gli enti sotto l’esclusivo controllo del Ministero della Ricerca, ma sempre secondo il modello INFN : reale autogestione e collegamento con l’universita’ .                                                                                                  

81)   Formulazione di uno statuto dei ricercatori, che fissi alcune principi  base : come la libertà di ricerca, la libertà d’orario, lo stato giuridico, la mobilità tra enti e università, gli avanzamenti per merito scientifico oltre che per anzianita’, la possibilità di lunghe permanenze di lavoro all’estero e dall’estero.

82)   Attuazione di una politica di duplicazione, con presenza di operatori umani, delle reti automatiche , per la intrinseca pericolosità di lasciare grandi sistemi interconnessi in balia di automatismi fragili e “non pensanti ” ( dalle relazioni bancarie e dalle reti elettriche che muovono ascensori e macchine cardiache, fino ai network computerizzati responsabili di amplificare coi loro automatismi di vendita i crolli in borsa ) .

83)  Riconsiderazione della nostra politica estera sulla ricerca, dove accanto ad esempi positivi come il CERN , vi sono molti casi di sottovalutazione dell’impegno Italiano, come nella politica di ricerca spaziale. Bilanciare le ricadute nazionali per le nostre aziende e per i nostri enti di ricerca ed ottenere, per giusta reciprocità, una grande struttura di ricerca comunitaria  impiantata in Italia o una reale rivitalizzazione, con nuovi ed evolutivi  programmi di ricerca energetica ( su fusione e fissione intrinsecamente sicura) di una nuova Euratom.

POLITICA DELLA SCUOLA E DELLA SANITA’

84)  Superamento del modello scolastico statalista Ottocentesco, che trasmetteva principalmente inquadramento e disciplina ( perché finalizzato ai grandi eserciti di leva con la coscrizione obbligatoria) in favore di un’istruzione e di  modelli organizzativi più liberi .

85)  Scelta di base per una scuola informativa, che favorisca cioè una formazione autonoma al posto della totalitaria Scuola Formativa, volta principalmente a trasmettere, anziché nozioni essenziali, i valori dominanti in quel momento al vertice delle istituzioni.

86)  Riorganizzazione della scuola media superiore su tre filoni :  Licei classici, scientifici  e  tecnici .  Italiano , Storia , Matematica , Scienze ed Inglese , materie comuni per tutti , piu’ altrettante  legate all’indirizzo prescelto. Abolizione di tutte le attività al di fuori dello stretto orario delle lezioni , per docenti e studenti  (il tempo libero é scuola anch’esso). Riduzione di un anno , per tutti gli indirizzi , della durata della scuola media superiore, divisa in due bienni entrambi considerati scuola dell’obbligo, mantenimento della libertà completa di accesso agli insegnamenti universitari .

87)  Parificazione effettiva ( con detrazione dalle tasse ) della scuola pubblica e privata, nell’unico modello di scuola libera dai condizionamenti  e di libera scelta. Abilitazione per titoli uguale per i docenti di tutte le scuole, abolizione completa, per gli studenti interni, della Maturità e di ogni altro esame intermedio .

88)  Rivalutazione della figura del docente e sua assoluta centralità nell’organizzazione scolastica. Facilitazioni alla creazione di nuove università ed istituti ( pubblici e privati) ed alla loro collaborazione con i grandi circuiti .  Parificazione dei gradi apicali dello stato, senza ingiustificate penalizzazioni stipendiali della docenza universitaria in confronto ad es. alla magistratura, parificazione stipendiale ed inoltre possibilità di interscambio tra docenza universitaria e carriere parallele :  ospedali, enti di ricerca, ecc.

89)  Riforma della ricerca universitaria, con amplissima autonomia e maggiori possibilità di collaborazioni a tutto campo con enti ed aziende, italiane ed estere, senza nessuna necessita’ di autorizzazione  extrauniversitaria. Potenziamento della rete ospedaliera, con rafforzamento tanto dell’assistenza al domicilio, che dei reparti di terapia intensiva.

90)   Creazione di una “Agenzia Europea della Salute” che possa dare criteri generali per la armonizzazione delle strutture e dei regolamenti sanitari dei paesi europei e per la gestione in comune delle situazioni di minacciata epidemia, che, per la frequenza degli scambi e la vicinanza geografica, sono oggi di drammatica attualità.

POLITICA SPAZIALE, ENERGETICA E AMBIENTALE

91)  Riconoscimento della politica spaziale come parte assolutamente essenziale di una politica volta a mantenere condizioni di vivibilità a medio-lungo termine per la specie umana.

92)  Riconoscimento della priorità della colonizzazione dello Spazio vicino, per assicurare lo sviluppo futuro, per mantenere condizioni di vita umane anche sulla Terra, il senso psicologico del futuro e salvaguardare per tutti le possibilità di libertà nell’avvenire. 

93) Adozione di una politica di espansione scientifica, industriale ed economica, come presupposto ad uno sforzo fondamentale per l’allestimento prossimo di colonie nel sistema solare .

94) Assegnazione della priorità principale allo sviluppo di un motore nucleare concepito appositamente per lo spazio, in grado di rendere completamente riutilizzabili e adatti ai trasporti di massa, i veicoli spaziali .

95)  Adozione di una politica energetica di diversificazione delle fonti, per ridurre l’impatto ambientale complessivo, senza rinunciare alla necessita’ vitale (anche e sopratutto per salvaguardare la natura) dell’energia a buon mercato. Potenziamento della ricerca pura sulle energie rinnovabili (non fossili) per portarle più vicine alla soglia di utilizzabilità economica su larga scala. Ricorso all’energia nucleare, riconosciuta oggi come la meno inquinante in assoluto, attraverso una nuova generazione di reattori a sicurezza intrinseca e in futuro a fusione, per diversificare , ridurre i rischi per l’ambiente e la salute ed arrestare la pericolosa crescita dell’ effetto serra. Superamento graduale delle attuali centrali termoelettriche e loro trasformazione in centrali policombustibili, non funzionanti in continuo, ma di riserva e in grado di funzionare anche a petrolio e carbone  ( con riserve in loco per tre mesi) per il caso di blocco dei metanodotti.

96) Definizione di una nuova politica dei parchi nazionali, non più visti come qualcosa che escluda completamente l’uomo. L’uomo nella natura c’è ed  è “innaturale” pretendere di escluderlo. Il rispetto assoluto della natura nei parchi non deve renderli  lande spopolate, che nessuno vive e nessuno gode, se non alcuni interessati  “operatori ecologici”. Anche per poterne fare di più .

97) Adozione di una politica di tutela del patrimonio ambientale , storico e culturale della nazione insieme e non contro la proprietà privata, con un aiuto ai proprietari nell’opera di conservazione dei beni storici e naturali, che non si traduca in pesanti vincoli dirigistici o addirittura in mascherati  illegittimi espropri.

98) Attuazione di una politica di rimboschimento intensivo, con fortissimi contributi ai proprietari che vi si impegnino. Pieno inserimento delle associazioni venatorie e di pescatori nelle politiche di recupero e sviluppo faunistico. 

99)  Attuazione di una politica di difesa dell’autosufficienza alimentare nazionale ed europea, come scelta strategica di sicurezza, indipendenza e qualità della vita.

100) Adozione di una politica di incentivazione al riciclo e risparmio dei materiali strategici, rari o inquinanti, attraverso l’uso di materiali di sostituzione, tecniche di riduzione e pratiche di riutilizzo. Politica di costituzione di scorte di materiali strategici.